Descrizione
Temi delle lezioni
1. I modelli classici dell’intersoggettività: Teoria della mente e Simulazione (1 lezione).
2. Il concetto di empatia e la sua storia in estetica, filosofia e psicologia (1 lezione).
3. Azione percezione e cognizione in una prospettiva filo- ed onto-genetica (3 lezioni).
4. Il sistema dei neuroni specchio e la simulazione (2 lezioni).
5. La dimensione incarnata dell’intersoggettività: Imitazione, Emozioni e sensazioni (2 lezioni).
6. La dimensione incarnata dell’intersoggettività: Il linguaggio (2 lezioni).
7. La dimensione incarnata dell’intersoggettività: L’esperienza estetica. (1 lezione).
8. La perdita dell’evidenza naturale del mondo intersoggettivo: La dimensione autistica (1 lezione).
Un estratto dal video corso
Vittorio Gallese, professore di Fisiologia umana presso l’Università di Parma, è autore di una tra le scoperte neurologiche più importanti degli ultimi anni, quella dei cosiddetti «mirror neurons».
La capacità di comprendere gli altri in quanto soggetti intenzionali, al contrario di quanto sostenuto per anni dal cognitivismo classico, non dipende esclusivamente da competenze mentalistico-linguistiche, ma è fortemente dipendente dalla natura relazionale del comportamento. Secondo questa ipotesi, è possibile conseguire una comprensione esperienziale diretta degli altri modellando il comportamento altrui come intenzionale sulla base di un’equivalenza tra ciò che gli altri fanno ed esperiscono e ciò che fa ed esperisce l’osservatore.
La scoperta dei neuroni “specchio” nella corteccia premotoria di una scimmia, e la successiva scoperta dell’esistenza di un sistema di neuroni specchio anche nell’uomo, ha permesso per la prima volta di chiarire i meccanismi neurofisiologici alla base di numerosi aspetti della cognizione sociale. Ogni volta che osserviamo qualcuno eseguire un’azione, oltre all’attivazione delle aree visive, si ha una concomitante attivazione di circuiti corticali motori che sono normalmente attivi durante l’esecuzione di quelle stesse azioni. Sebbene noi non riproduciamo effettivamente le azioni osservate, tuttavia il nostro sistema motorio si attiva come se noi eseguissimo le azioni che osserviamo. Vedere un’azione significa simularla.
Il sistema dei neuroni specchio è verosimilmente il correlato neurale di questo meccanismo, descrivibile in termini funzionali come “simulazione incarnata”. L’architettura funzionale della simulazione incarnata, originariamente evidenziata con la scoperta dei neuroni specchio nel dominio delle azioni, sembra costituire una caratteristica di base del nostro cervello, rendendo così possibili le nostre ricche e diversificate esperienze intersoggettive. Le recenti evidenze empiriche prodotte dalla ricerca neuroscientifica hanno rivitalizzato il vecchio concetto di empatia. Verranno discusse le implicazioni di questo modello per una nuova concezione dell’intersoggettività e di alcune sue manifestazioni patologiche.